Addio a Predrag Matvejevic. Scrittore, saggista e "uomo di confine". Si è battuto per il dialogo tra i popoli

di redazione 03/02/2017 CULTURA E SOCIETÀ
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Lo scrittore, saggista e regista  Predrag Matvejevic è morto, all'età di 84 anni, nell'ospedale di Zagabria dove era ricoverato da tempo. Matvejevic è stato a lungo attivo e impegnato nella difesa dei diritti umani. Matvejevic è stato anche docente universitario e si è sempre battuto per la pace e il dialogo tra i popoli, in particolare, ovviamente, tra quelli dei Balcani.

Nato a Mostar quando la città faceva parte della Jugoslavia (poi sarebbe diventata Bosnia-Erzegovina), ha vissuto anche in Italia (dal 1994 al 2008), dove ha insegnato Slavistica alla Sapienza di Roma dal 1994 al 2007. Fu docente di Letteratura francese all’Università di Zagabria e di Letterature comparate alla Sorbona di Parigi (Nouvelle Sorbonne-Paris III).

Nato a Mostar, emigrò all’inizio della guerra nella ex-Jugoslavia scegliendo una posizione “tra asilo ed esilio”: visse dal 1991 al 1994 in Francia. Come scrittore ricevette numerosi riconoscimenti, fra cui il Premio Malaparte nel 1991, il Premio Strega europeo nel 2003 e il Prix du Meilleur livre étranger 1993 a Parigi. Il governo francese gli conferì la Legion d’Onore.

Le Universita’ di Trieste e di Genova gli conferirono la laurea “honoris causa”.

Tra i suoi libri, tradotti in varie lingue, i più noti in Italia sono: Epistolario dell’altra Europa (Garzanti 1992), in difesa dei diritti dell’uomo e, in particolare, degli intellettuali dissidenti di numerosi paesi dell’Est perseguitati dal potere (Sacharov, Havel, Kundera, Mandelstam, Gotovac, Soldjenicyn, Brodskij, Sinjavskij, ecc.). Per queste “lettere aperte”, scritte in nome di “un socialismo dal volto umano”, in maniera di un Herzen o di un Gogol del ventesimo secolo, fu attaccato dalle istituzioni ufficiali e proclamato lui stesso “dissidente”.

Breviario Mediterraneo (prima edizione italiana 1988, ripubblicato in 5 edizioni da Garzanti di cui l’ultima, del 2004, è rivista ed ampliata), il libro ricostruisce in modo narrativo la storia “geopoletica” del Mediterraneo e dei paesi che vi si affacciano: considerato dalla critica come un “saggio poetico”, un “poema in prosa”, un “diario di bordo” o un “romanzo sui luoghi”, “un libro geniale, fulminante, inatteso” secondo Claudio Magris, una “gaia scienza” secondo lo stesso autore, questa opera è stata tradotta in una ventina di lingue.

Tra le altre opere di Matvejevic, in cui si riflette il suo impegno civile e culturale: Sarajevo (1995), Mondo Ex (1996), Tra asilo ed esilio (1998), Il Mediterraneo e l’Europa (1998), Un’Europa maledetta (2005), Pane nostro (2010). Negli ultimi anni, gravemente malato, si era trasferito in Croazia. Un gruppo di intellettuali, tra cui Magris, lo aveva proposto un anno fa per il premio Nobel.


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